Quattro matrimoni e un funerale

La settimana scorsa ho ricevuto una notizia terribile nel peggiore dei modi: una mia amica mi ha comunicato, tramite un gruppo di WhatsApp, che il prossimo agosto sarebbe convolata a nozze con il suo fidanzato storico, coronando così il loro sogno d’amore. La notizia ha subito fatto partire una sfilza di messaggi pieni di cuoricini, di “non ci credoooo”, di “così si fa!” e di “sarete così felici insieme”. Mentre cercavo di liquidare quella gabbia di matte con un semplice messaggio di congratulazioni e una falsissima faccina sorridente, avevo una sola domanda che mi ronzava in testa: perché?!
Siamo sinceri, una donna comincia veramente a sentirsi attempata non quando scopre la prima ruga o il primo capello bianco, né quando realizza che non esce con un uomo dal Mesozoico: il decadimento comincia quando ti rendi conto che tutte le tue amiche iniziano a sposarsi.
Per quanto mi riguarda, i matrimoni rappresentano un problema non tanto perché sembrano urlarti in faccia “ei tu! Si dico a te, non sei ancora riuscita a trovare un ragazzo?”, dopotutto a questo provvedono già mia mamma, le sue amiche, mia nonna e le mie zie.

I matrimoni sono un problema per questi tre motivi:

  1. Perché mi rendo conto che tutti intorno a me iniziano a dare una direzione alla loro vita;
  2. Perché non so cosa mettere;
  3. Perché, essenzialmente, io odio i matrimoni.

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Generation (Y): unilife

La vita universitaria non è solo rose e fiori. E con questo non dico che sia una brutta vita, però non è che vada sempre tutto bene.
Certo, è bello prendere 30 agli esami (che poi io non ne ho mai preso uno), essere corteggiata, uscire la sera, non dormire affatto o dormire tutto il giorno, giocare a tennis tutti i giorni, andare a correre anche sotto la pioggia, non dover dipendere da nessuno.
Ma è anche angoscia: l’angoscia di laurearsi in tempo, di entrare nella magistrale dei sogni, di espatriare e iniziare davvero a conoscere il mondo, di trovare un lavoro per il quale sia davvero necessario il nostro titolo di studi (e no, McDonald’s non vale!).

finals exam

Ma più di tutto è il miglior periodo di sperimentazione: amicizie che dureranno una vita e altre che si esauriscono in un semestre, cotte, amori non ricambiati, il trombamico che in realtà ami ma mica glielo puoi dire, il tipo sposato di cui sei innamorata e che ha l’età dei tuoi genitori. Continua a leggere

Summer is back again

Rientrati sul continente, dopo la nostra mini fuga romantica, ci rivediamo dopo una settimana con Lui che è rimasto a casa con la figlia mentre moglie e figlio più piccolo sono al mare.

Per l’occasione cambiamo hotel, finiamo in uno di quei 4 stelle super famosi e un po’ snob, dove però il personale è molto più cordiale e alla mano che non quello dell’albergo in cui siamo soliti andare.

Lui arriva tardi, molto più del solito, lamentandosi di un nubifragio che si è abbattuto sulla zona e dicendo di essere tornato a casa dal lavoro bagnato fradicio.
Il sesso è grandioso, persino più efferverscente del solito, si vede che senza la moglie a casa ad aspettarlo ha meno preoccupazioni del solito; i ricordi della settimana precedente sono ancora vivi e ce lo ricorda anche il segno dell’abbronzatura che ci colora la pelle. Continua a leggere

Un Disastro di Trombamica

È una settimana che dico alle mie “colleghe” di avere un articolo pronto da pubblicare, la verità è che ne ho almeno cinque versioni e nessuna mi convince, quindi lo riscrivo, per l’ennesima volta, cercando di essere più chiara. Spiegarsi non è facile, soprattutto se hai intrapreso una squallida relazione segreta di rimpiazzo con l’amico di sempre che è anche amico del tuo ex ed ex ragazzo di una tua ex amica.

In pratica: ho un trombamico. Continua a leggere

Fuga d’amore

Maggio è un mese ricco di impegni per entrambi: io passo due settimane a Roma per gli Internazionali BNL d’Italia di tennis poi, avendo due esami nei primi tre giorni di giugno, ho parecchio da studiare; torno a casa solo in occasione del voto per le Europee ma Lui non può e quindi si rimanda a più avanti.

Ma è con giugno che la nostra storia decolla nuovamente: Lui va al mare per portare giù la macchina, per l’occasione si ferma qualche giorno, e mi chiede se mi va di andare con Lui.
Eccomi quindi a raccontare di nuovo un sacco di storie al mio parentado e, nonostante le opinioni contrarie dei miei genitori, riesco a convincerli che devo tornare per forza nel mio Paradiso, per recuperare le energie per gli ultimi appelli della sessione estiva e per rivedere il mio “cuginetto” che, da quando sono all’università, vedo troppo poco.

Una mattina di giugno, dopo l’unica partita vinta dall’Italia ai mondiali in Brasile e avendo dormito tre ore scarse, mi avvio dalla casa del mio migliore amico verso la stazione dove c’è Lui ad attendermi, pronti per tornare alla nostra Laguna Blu. Senza farlo apposta e nonostante la pioggia e la temperatura non esattamente mite del Nord Italia, siamo entrambi in pantaloncini corti, camicia e felpa! Carichiamo i bagagli, un bacio veloce e via in macchina verso il porto.

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