Fuga d’amore

Maggio è un mese ricco di impegni per entrambi: io passo due settimane a Roma per gli Internazionali BNL d’Italia di tennis poi, avendo due esami nei primi tre giorni di giugno, ho parecchio da studiare; torno a casa solo in occasione del voto per le Europee ma Lui non può e quindi si rimanda a più avanti.

Ma è con giugno che la nostra storia decolla nuovamente: Lui va al mare per portare giù la macchina, per l’occasione si ferma qualche giorno, e mi chiede se mi va di andare con Lui.
Eccomi quindi a raccontare di nuovo un sacco di storie al mio parentado e, nonostante le opinioni contrarie dei miei genitori, riesco a convincerli che devo tornare per forza nel mio Paradiso, per recuperare le energie per gli ultimi appelli della sessione estiva e per rivedere il mio “cuginetto” che, da quando sono all’università, vedo troppo poco.

Una mattina di giugno, dopo l’unica partita vinta dall’Italia ai mondiali in Brasile e avendo dormito tre ore scarse, mi avvio dalla casa del mio migliore amico verso la stazione dove c’è Lui ad attendermi, pronti per tornare alla nostra Laguna Blu. Senza farlo apposta e nonostante la pioggia e la temperatura non esattamente mite del Nord Italia, siamo entrambi in pantaloncini corti, camicia e felpa! Carichiamo i bagagli, un bacio veloce e via in macchina verso il porto.

fuga d'amore

Il viaggio in nave passa abbastanza velocemente, chiusi nella nostra cabina a coccolarci e a raccontarci sogni, progetti difficilmente realizzabili, ma anche storie di vita quotidiana: i nostri discorsi passano da ipotetici giri del mondo in barca a vela, alle sue disavventure con il nuovo computer, ai miei racconti di vita vissuta in università tra una festa e un milione di esami, per poi tornare alla sua nuova dieta che, per quanto non ne avesse un particolare bisogno, gli sta rimodellando per bene il fisico.
E ce ne stiamo lì, prima sdraiati nel letto e poi sul ponte a guardare l’attracco, senza fretta, con espressioni sognanti e rilassate, come solo due amanti che vivono alla giornata possono avere.

Dopo un viaggio interminabile avendo attraversato da nord a sud l’intera isola, ed esserci fermati in città a cenare, all’alba dell’1 di notte arrivo a casa, mi butto a letto e, puntuale alle 7 del mattino, mio cugino mi sveglia con un bacione e via, il tempo di infilare le scarpe e siamo fuori a correre: tra uno sciatore e una tennista è sempre tempo di preparazione atletica!

Il primo giorno di vacanza lo passo con mio cugino e mio nonno, Lui tra vicini di casa ingombranti e valigie da sistemare non si fa sentire, e io abbastanza provata dal viaggio me ne vado a letto presto.

Il giorno successivo sono sempre in spiaggia con mio cugino, siamo in piedi e, tra una risata e l’altra, stiamo cercando di infilarci un costume asciutto per poi tornare a casa per pranzo. Ed ecco che a pochi metri da noi, senza che noi ce ne fossimo minimamente accorti, compare Lui: mio cugino è in mutande e cerca in qualche in modo di coprirsi, io ho un asciugamano in vita, e entrambi facciamo un paio di passi verso di Lui per salutarlo. I saluti sono a dir poco imbarazzanti, Lui si avvicina e ci stringe la mano e, non appena si allontana, mio cugino se ne esce con un: “e questo cosa ci fa qua da solo? Bah, è proprio strano ‘sto tipo. E poi non mi è mai stato simpatico.”
Cominciamo bene, penso io!

Ma il nostro momento è sempre stato la sera, al riparo da sguardi e commenti indiscreti, e anche questa volta non facciamo eccezione. Mi chiama nel tardo pomeriggio, mentre mi sto ammazzando sulla strada statale con mio cugino facendo delle ripetute, per sapere se ho programmi particolari per quella sera, ma ovviamente io, a parte la cena di compleanno di un settantenne amico di mio nonno, non ho nulla da fare e Lui passa a prendermi un paio d’ore dopo.
Il clima non è dalla nostra parte e, viste le temperature non esattamente tiepide, optiamo per casa sua. A parte l’iniziale siparietto che prevede la mia entrata in casa senza farmi vedere dai vicini, la serata procede bene, mi chiede persino se mi va di dormire lì, ma non avendo avvisato mio cugino e non volendo provocare un infarto a mio nonno il mattino seguente, decido di tornare a casa per le 3.

In spiaggia finiamo con l’incontrarci poco, ci vediamo soprattutto nel tardo pomeriggio quando mio cugino torna a casa per fare le sue ripetute sulla statale o quando collassa esausto a letto, e allora noi abbiamo campo libero. E ce ne stiamo lì, sdraiati sulla sabbia a prendere il sole, oppure ci prendiamo un aperitivo guardando tramontare il sole fino a quando di solito io realizzo che sarei dovuta essere a casa per cena all’incirca 5 minuti prima e quindi corro fino alla bicicletta e poi pedalo a velocità folle fino a casa.

fuga d'amore

Le nostre serate vanno bene, oserei dire persino benissimo; una sera sfidiamo il freddo e decidiamo di fare ritorno nella nostra caletta, e ce ne stiamo lì, con Lui che mi stringe da dietro, con il naso all’insù a cercare stelle cadenti, ne vediamo una lunghissima quasi subito, esprimiamo un desiderio cercando di indovinare quello dell’altro, ridiamo, ci baciamo per un po’, e poi mezzi congelati facciamo ritorno a casa sua.
Lui è dolce, tenero, e sembra essere geloso delle storie, vere e presunte, che ho nella mia città universitaria; arriva persino a dire che tutto questo è un’ingiustizia perché Lui, dall’agosto scorso, ha in testa solo me.

Sembriamo proprio due innamorati: passiamo insieme tutte le sere e l’ultimo giorno, al momento di partire, passiamo le ultime ore insieme in spiaggia. Come al solito, più si avvicina il momento di lasciarci, più ci chiudiamo nei nostri pensieri, la tristezza prende il sopravvento e ci accontentiamo di starcene lì vicini, parlando poco, dandoci un ultimo bacio umido di tristezza e di acqua salata e ci salutiamo con un passa a trovarmi, davvero, appena puoi passa!

fuga d'amore

E così di nuovo ci salutiamo, anche se con la promessa di vederci davvero presto, e fa sempre male. Sono stati dei giorni meravigliosi, è stata una specie di fuga d’amore per quella che ormai abbiamo definito essere la nostra storia d’amore clandestina.
E adesso che ci si mette pure Lui a parlare d’amore, io come faccio a tirare avanti? Perché l’amore non basta?

– Alex

https://www.youtube.com/watch?v=hGCTEwmi0sI
(Immancabile la canzone con cui le mie amiche mi hanno preso in giro durante tutta la preparazione per il mio viaggio!)

2 pensieri su “Fuga d’amore

Lascia un commento