Agosto. Il nostro mese.

Rieccolo, questa volta torna per restare un po’. Ci vediamo subito, finalmente di nuovo di sera, ci siamo desiderati a lungo e entrambi abbiamo tutta l’intenzione di recuperare le occasioni perdute.
Un paio di giorni dopo Lui scende in spiaggia nel tardo pomeriggio e la sua famiglia era rientrata a casa poco prima, quindi ne approfittiamo per una scappata sulle dune. Io però, colta di sorpresa prendo solo un asciugamano dimenticandomi le infradito… morale della favola? Ho passato i due giorni successivi a togliermi i quintali di spine conficcatemisi nei piedi.

La sera dopo è il nostro primo “anniversario” e, casualmente, finiamo per vederci di nuovo. Sono belle serate, ricche di stelle cadenti, noi siamo felici e sorridenti, l’unico problema è che l’estate non è delle più calde e quindi non si riesce a resistere più tanto in spiaggia, ma ci godiamo i bei momenti senza focalizzarci su tutte le condizioni avverse (anche perché.. non è che siano proprio poche!)

La settimana successiva, in compenso, non lo vedo praticamente mai nemmeno in spiaggia: i suoi famigliari riferiscono che è stanco e sembra che trascorra le sue giornate a casa a dormire, degnandosi di scendere al mare intorno alle 18/19 e, quando lo si vede, sembra che non faccia altro che evitare o litigare con sua moglie (ma forse sono io che sono di parte).
Io nel frattempo sono realmente ai ferri corti con mia zia che ha deciso di rovinarmi le vacanze invitando dei suoi amici a casa nostra e impegnandosi nel rivoluzionare la mia camera, disposizione dei mobili compresa. In più io, che a inizio stagione avevo dotato la mia nuova bici rossa fiammante di camere d’aria antiforatura per sopravvivere alla strada sterrata tra casa e spiaggia, inizio a bucare ripetutamente e a passare le serate a dilettarmi nella ricerca dei fori e nei successivi tentativi di ripararli.

Lui, quando compare in spiaggia, mi chiede di giocare a racchettoni ma, a parte quei 10 minuti di scambi, ci limitiamo a parecchi sguardi rubati e a qualche chiacchiera al chiosco.
Il mio periodo di sfortuna (sarà il karma?) sembra non finire e, una volta che la bici sembra essere a posto, nel tragitto verso la spiaggia, una vespa mi si infila nella canottiera e io ci rimedio 3 punture sulla pancia. #ahia

Finalmente, quando stavo iniziando a disperare, torna a farsi sentire una sera (tardi, parecchio tardi) dicendo di essere in giro. Io esco dal letto, mi infilo una maglietta e degli shorts, recupero due teli e mi avvio fuori di casa. Mi raggiunge, salgo in auto, ci infiliamo in una stradina, ferma la macchina, mi bacia e mi dice: “Scusa, scusami davvero tanto, ma quel cretino di mio figlio mi ha appena chiamato chiedendomi se lo vado a riprendere.” Mi sforzo di non insultarlo, penso al fatto che potrei (e dovrei) essere a casa a dormire, visto che 6 ore dopo la mia sveglia inizierà a suonare per spronarmi a studiare; lo guardo con un sorriso amaro e gli dico solo: “Ringrazia solo di non avermi svegliata”. Lui mi abbraccia, mi bacia, promette che si farà perdonare e ci diamo appuntamento per il pomeriggio successivo sulle dune.

Il giorno dopo mantiene la promessa e, a farsi perdonare, ci mette veramente poco!
Io passo i miei pomeriggi giocando a racchettoni con mezza spiaggia, ricevendo complimenti (e anche qualche insulto) da bagnanti e passanti e, molto spesso, finisco per sentirmi una specie di animatrice della sua famiglia… Sinceramente: giocare a racchettoni con sua figlia è ok, ma con suo figlio o con sua moglie (che non è propriamente un talento), che ridendo mi dice frasi del tipo “dovresti ringraziarmi guarda come ti tengo in forma!” e io che devo sforzarmi per non risponderle “tranquilla, ci pensa poi tuo marito a ringraziarti… in fondo mi tieni in forma per Lui!”, non è che fosse esattamente il mio sogno.

beach drinks

Le serate vengono scandite dal rito dell’aperitivo quotidiano e noi finiamo sempre molto più vicini di quanto dovremmo, le nostre gambe sono sempre prossime a sfiorarsi e i nostri sguardi si incrociano troppo frequentemente.

Agosto sta finendo, mi raggiunge a sorpresa mio cugino, siamo super felici di rivederci e passiamo le serate muovendoci con un catorcio di macchina, vagando tra il campeggio, alla ricerca di un wifi, e le spiagge, a esprimere desideri guardando le stelle cadenti con il naso all’insù.
Lui la sera non lo vedo spesso, una notte mi scrive dicendo che avrebbe voluto vedermi ma che gli si era rotto il telefono e che ormai si era fatto tardi e doveva tornare a casa mentre, le altre sere, è probabilmente impegnato in qualche cena con la sua finta famiglia felice.

La spiaggia inizia a svuotarsi, noi iniziamo a organizzarci e mettiamo in piedi un torneo di racchettoni e, si tratterà anche solo di un torneo estivo di racchettoni ma, per la prima volta, IO e LUI veniamo definiti una COPPIA!
Lui torna a uscire la sera dopo che, nel nostro ultimo tentativo di fuga sulle dune, abbiamo beccato il barista del nostro chiosco con una delle mie più care amiche.
Ed eccoci lì, con l’estate che volge al termine, Lui che fa il geloso di un suo amico che sembra provarci con me e di mio cugino, con cui passo intere giornate, noi che torniamo a sfidare il freddo standocene il più stretti possibili e scambiandoci sogni e desideri guardando quel cielo che brilla e quelle stelle che sembrano cadere solo per noi. Per la prima volta parliamo di un futuro al plurale, di possibili fughe in luoghi lontani, solo noi, Lui ed io, ed è palese che entrambi siamo presi; ma poi Lui dice di esprimere desideri a senso unico e, tuttora, non mi è molto chiaro cosa volesse dire.
E poi, mentre siamo lì abbracciati e mezzi congelati, si scusa per non considerarmi quanto vorrebbe, e mi chiede di tornare a casa in nave con Lui, io ci penso 5 secondi, cerco di non fare un sorriso troppo esagerato (dentro di me c’è un’esultanza degna di una vittoria in finale a Wimbledon) e gli rispondo che “sì, certo, si può fare!”

Data ai miei la notizia del ritorno in nave con quello che loro chiamano il fidanzato misterioso, iniziano anche le loro domande ossessive e arrivano al punto di chiedermi di farglielo conoscere; di fronte al mio non dare risposte, mi mettono con le spalle al muro, e riesco a cavarmela inventandomi un fidanzato modello ma con qualche anno più di me e con il quale, per varie ragioni, non ho una storia seria al punto da presentarglielo.

In quei giorni partono sia mio cugino che tutta la sua famiglia e quindi eccoci, finalmente soli! Di ritorno dall’aeroporto ci vediamo per la prima volta a casa mia, ed è bello: per un attimo sembriamo quasi una coppia alle prese con una storia normale!

sunset beach couple

L’ultima giornata in spiaggia, quando il sole cala e arriva il momento di tornare a casa, parte Get Lucky, la canzone su cui ci siamo innamorati, e ci incamminiamo con un po’ più di leggerezza nel cuore.
Quella sera facciamo ritorno alla nostra caletta, quella in cui abbiamo passato l’estate precedente, ma che abbiamo frequentato poco quest’estate, lo spettacolo intorno a noi è di quelli da film romantici: la luna che si specchia nel mare, le stelle cadenti sopra di noi, ginepri e lentischi come contorno e sabbia bianchissima sotto di noi. Ormai prossimi al congelamento salutiamo la nostra spiaggia preferita, saliamo in macchina e iniziamo a girovagare senza meta. L’estate sta finendo davvero e finiamo nell’ultimo bar rimasto aperto, restiamo lì per un po’ e si vede che non abbiamo nessuna voglia di separarci, ma passate le 3 ci avviamo verso casa.

L’ultimo giorno andiamo in spiaggia per un paio d’ore, poi facciamo ritorno a casa mia, ce ne stiamo lì per un po’ stesi sul mio letto, infine carichiamo la macchina e partiamo.

La nostra ultima notte estiva la passiamo in nave, è la prima volta che dormiamo, nel vero senso della parola, insieme.

couple

La mattina ce ne stiamo abbracciati in quel letto, fino a quando i marinai minacciano di buttare giù la porta, e nessuno dei due ha il coraggio di dire nulla, come se qualunque parola non potesse far altro che rendere ancora più dolorosa quella separazione. Stiamo lì, stretti in quell’abbraccio, muovendoci solo per darci un bacio ogni tanto, con la consapevolezza che un’altra estate è finita e con la certezza che indipendentemente da come andrà a finire, e che anche senza dircelo esplicitamente, ci siamo dentro fino al collo.

– Alex

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